Il ministro degli Esteri lascia il Movimento insieme ai suoi fedelissimi e fonda un nuovo partito.
Una scelta sofferta che mai avrebbe pensato di dover fare, ha dichiarato Luigi Di Maio in riferimento al suo addio al Movimento 5 Stelle. Ma l’avventura populista dell’ex capo politico finisce qui. Dopo quattro anni di governo e di ministero le sue idee sono cambiate si sono spostate più verso ideali liberali, europeisti e atlantisti. Una convivenza difficile, quella delle ultime settimane, ma che è arrivata ad una sintesi. Ora si prepara ad un nuovo partito.
Gli scontri con Conte sulla linea di governo e l’insofferenza per la sua leadership hanno portato Di Maio a raccogliere le firme e fondare un nuovo partito: “Insieme per il futuro”. Il ministro ringrazia il Movimento e va avanti. “Da oggi inizia un nuovo percorso e per fare progredire l’Italia da Nord a Sud abbiamo bisogno di aggregare i migliori talenti e le migliori capacità, perché uno non vale l’altro“, e con quest’ultima frase rinnega il celebre “uno vale uno” del M5S.
Di Maio abbandona la barca che affonda e porta con sé i suoi fedelissimi
Sono circa 62 tra Montecitorio e Palazzo Madama i parlamentari che hanno deciso di seguire Di Maio: 51 deputati e 11 senatori. Oggi il Movimento 5 stelle non è più la prima forza di maggioranza a sostenere il governo, bensì la Lega poiché i grillini hanno perso i numeri. «ll progetto di Di Maio guarda al 2023, a una formazione che parta dai territori, dalle esperienze degli amministratori locali e delle liste civiche. Per questo il primo cittadino di Milano, Beppe Sala, è considerato un interlocutore. L’obiettivo, in Parlamento, è quello di attrarre anche deputati e senatori dei gruppi di centrodestra ma in rotta con le forze di appartenenza. Lo sguardo per eventuali futuri dialoghi è rivolto al centrosinistra» hanno chiarito dalle fila di Di Maio.
Il rammarico più grande del ministro è non essere riuscito a cambiare questo partito, a fargli cambiare rotta e traghettarlo verso la maturità. “Mi sono interrogato a lungo sul percorso che il M5S ha deciso di intraprendere: un percorso di chiusura, che guarda al passato, che ripete gli errori del passato. Non siamo riusciti a cambiare, a invertire quella rotta che avrebbe dovuto consentirci di raggiungere la maturità. Siamo ancorati a vecchi modelli. Era necessario aprirsi al confronto, ascoltare delle critiche, ma non è stato possibile” così Di Maio abbandona la barca che affonda.